La vita è un palcoscenico.
Non ci si sale per caso su di un palcoscenico e se non si vuole fare una
figura barbina è necessario avere studiato prima e anche dopo e pure durante.
No, non è per caso, ma ti ci ritrovi la prima volta all’improvviso, sei
sorpreso; come quando hai sempre voluto fare qualcosa e finalmente sei a farla
davvero, e ti senti svuotato. Hai voluto la bicicletta… e ora pedala, appunto.
Sul palco ti presenti alle luci e alle facce che vedi davanti, sai di essere
osservato. Allora, tu cambi dimensione e non lì vedi più. Sei un altro; e vai.
Quello che dentro sei, allora viene fuori.
Il pubblico devi gestirlo tu, gestendo te stesso. E’ un mestiere, anche se
non proprio quello più vecchio del mondo. Tu ti sei ammaestrato come un
pappagallo, almeno per riuscire ad avere in mano il mestiere appunto, poi, se
hai qualcosa da dire, ci contrabbandi dentro quei veri sentimenti - se ne hai –
sennò, patacche.
Nella tua vita devi imparare dunque – quando ormai ti ritrovi in trincea - il
pavesiano mestiere di vivere.
La grande differenza tra il palcoscenico e la vita è che nella vita tu non
sai di essere su un palcoscenico.
Ti conviene capirlo, sta solo in te.
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